Ieri a Vladivostok nel parco gemelli citt`a di Vladivostok ha tenuto un incontro commemorativo dedicato alla fine della seconda guerra mondiale nel Pacifico. Condurre il programma era vicino a un segno indimenticabile di pace e di amicizia, che `e stato trasferito qui dalla baia tranquilla. «Durante la seconda guerra mondiale fu internato circa 639000 cittadini giapponesi, di cui 61000 persone sono morte in cattivit`a. Durante la Seconda Guerra Mondiale ha ucciso 31 milioni di giapponesi, e 6 milioni e 300 mila, tra cui una popolazione civile — circa 12-15 milioni di persone. — Il presidente della societ`a «Il Giappone — i paesi dell\’Eurasia» Takeda Masanao. — Dai, tenendo il raduno nel parco citt`a sorelle, proclamare a tutto il mondo: non c\’`e bisogno di ripetere Hiroshima e Nagasaki, oltre a Fukushima «. Stesso un memoriale, che ha eliminato la richiesta di «pace eterna», `e stato sviluppato in collaborazione con il lato giapponese. 18 anni fa su iniziativa della societ`a — sono stati raccolti «Giappone i paesi dell\’Eurasia» donazioni. Quando l\’importo richiesto `e stato raccolto, il padrone di Vladivostok ha creato questo monumento, che `e stato originariamente situato in una zona tranquilla baia. «Presto sar`a 20 anni da quel segno memorabile `e stato installato a Vladivostok. Forse `e simbolico che `e nella nostra citt`a, a causa della seconda guerra mondiale nel Pacifico. E \’noto che i vincitori e vinti nelle guerre non avvengono — `e una tragedia per il mondo, e ancora di pi`u per coloro che hanno preso parte. Le buone parole sono scritte sul monumento: «Non ripetere gli errori del passato» ed `e il motto dei nostri rapporti «, — ha detto il capo delle Relazioni Internazionali e dell\’Amministrazione del Turismo di Vladivostok Vladimir Saprykin. Al termine del programma per i partecipanti erano studenti e docenti dell\’Accademia Far Eastern of Arts. I partecipanti di cui i fiori presso il monumento, insieme a una ghirlanda composta di mille gru di carta — simboli di pace.
Agenzia Marittima 24 Alexander Vassiliev, foto dall\’autore